25 dicembre 2017

Natale 2017

Mi sentivo protagonista di un allenamento: mi allenavo a realizzare sogni. Alcuni...

Una cara amica spesso ripete che la realizzazione dei sogni, o l'intenzione di realizzarli, non solo è preferibile all'intima resa di fronte alle pressioni indotte da parte del mondo "esterno" (cultura, società, amici, famiglia), che viene veicolato dentro di noi attraverso i nostri sacrosanti bisogni di riconoscimento, gratificazione e sicurezza, ma è un dovere morale che oltretutto rende onore al nostro spirito d’iniziativa e al libero arbitrio.

Al contrario, il seppellimento dei più intimi desideri personali e la rinuncia alla soddisfazione dei propri bisogni reali ed essenziali – per contraddistinguerli proprio da quelli indotti – si tramuta in frustrazione la quale viene trasmessa alle generazioni successive, creando quel senso di impotenza e smarrimento che spesso è causa di paura, malessere psicofisico, invidia, rabbia e, in sintesi, infelicità e odio.

Realizzare un sogno non è più, quindi, un’espressione da bofonchiare con stizza o un’utopia da chiudere in un cassetto quando si è in cerca di alibi che giustifichino la propria insoddisfazione, ma diviene forse il primo e più semplice atto rivoluzionario individuale, intimo e pratico, capace di innescare quel movimento di realizzazione tanto centrale nella vita di ognuno di noi.

Da tutto questo emerge quindi solo un' indicazione: allenati a realizzare i tuoi sogni, piccoli e grandi che siano, a medio o a lungo termine, e se puoi fallo sentendoti protagonista. In una vita cucita su misura, che sia TUA.

La rivelazione di questa immensità, per citare Giordano Bruno, è come innamorarsi.

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