04 settembre 2008

El Pueblo de Nueva Jerusalén

Febbraio 2007.
Immaginate un villaggio, nascosto tra le foreste di pini a 2000 m, dove i microdelinquenti vengono flagellati e lapidati, non è permesso leggere i giornali, vedere la tv, ascoltare musica e radio, fumare, bere, giocare a calcio e a qualunque altro gioco si utilizzi una palla rotonda, fare sesso, perché se "tanto il mondo sta per finire, cosa si fanno figlia  fare?", e dove le leggi del governo vengono rimpiazzate dal verbo di un anziano estremista il quale, attuando una politica teocratica del terrore, è riuscito ad intimidire a tal punto gli abitanti che questi si vedono costretti ad abbassare il capo o a fuggire dal loro luogo natio. Ciò accade a Nueva Jerusalén, in Messico.
Nueva Jerusalén fu fondata nel 1979 per pregare la Vergine di Guadalupe, nel luogo dove la stessa Vergine era apparsa ad una contadina sei anni prima. O almeno, questo si racconta. Ad avere la “brillante” idea di creare uno stato nello stato fu Nabor Cardenas, un prete scomunicato dopo essersi ribellato alle riforme del Concilio Vaticano II. Ribelle a tal punto che si fece chiamare, ed è tutt’ora chiamato, “Papa Nabor”. Le parole del prete trovarono terreno assai fertile nello spirito dei mille contadini che si erano trasferiti nel nuovo paesino per venerare il culto della Vergine ma, con il passare degli anni, queste divennero legge.
La “vicenda” di Nueva Jerusalem è ultimamente tornata sulle pagine dei giornali in quanto il novantaseienne Nabor Cardenas, non più capace di controllare il villaggio, ha nominato il suo successore, il cui appellativo ci porta all’estremo dell’assurdità: Agapito Gomez, “el Bienaventurado”, ossia, “l’Eletto”. Eletto, forse, perché è ancora più spietato del suo predecessore: nell’ultimo anno alcune centinaia di persone sono state espulse dal villaggio per “inadempienza dei doveri” imposti dal leader religioso il quale, nonostante le numerose denunce per omicidio, uso di armi e narcotraffico, continua libero ad esercitare il suo potere utilizzando il ricatto, il delitto e lo stupro. Ormai anche il culto della Vergine è diventato solo un negozio di Agapito che è arrivato a chiedere, ad ogni pellegrino straniero, fino a 10 mila pesos (circa 750 euro) di “tasse di preghiera”. Una nuova vendita di indulgenze.
In tutto questo, il governo sta a guardare. Niente ancora è stato fatto per riportare la situazione del villaggio alla normalità, cosa ancor più difficile da fare dopo trent' anni, quando ormai 2 generazioni si sono “abituate” a convivere con questi abusi di potere.

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